Bagno scozzese – Scottish bath

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Consiste in un bagno con sale marino, generalmente bretone. Tale sale, formato da granuli con spigoli vivi, causa un peeling delicato sulla pelle, sia per azione meccanica, sia per l’elevata salinità. Le cellule morte e le impurità sono eliminate mentre é attivato il metabolismo cutaneo. Contemporaneamente si verifica un’azione disinfettante sui batteri, una riduzione delle irritazioni e delle infiammazioni eventualmente presenti e un effetto regolatore sul pH della cute.Questo tipo di sale, definito per le sue caratteristiche nutrizionali e di gusto “il caviale del sale”, ha delle proprietà che lo rendono ideale per questo tipo di trattamento. Talvolta il sale é aromatizzato per migliorare le sensazioni generali in accordo ai principi dell’aromaterapia e il trattamento é seguito da un massaggio che ne aumenta e completa l’effetto rivitalizzante.

It consists of a bath with sea salt, typically Breton. Such a salt, formed from granules with sharp edges, causes a gentle exfoliation on the skin, either by mechanical action, both for the high salinity. Dead cells and impurities are removed while it is turned on skin metabolism. Simultaneously occurs a disinfectant action on the bacteria, a reduction of irritation and inflammation that may be present and a regulating effect on the pH of the cute.Questo type of salt, defined for its nutritional value and taste “caviar salt”, has of properties that make it ideal for this type of treatment. Sometimes the salt is flavored to improve general feelings according to the principles of aromatherapy and the treatment is followed by a massage that enhances and completes the revitalizing effect.

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Gaia, la prima casa mangia-smog

E’ la prima casa mangia-smog, a emissioni zero e rivestita con pitture fotocatalitiche che trasformano gli agenti inquinanti in aria pulita. E’ stata costruita a Cerro Maggiore, nel Milanese, e ha un nome simbolico per il suo impatto sull’ambiente: si chiama Gaia. Cementi mangia-smog, vernici cattura-inquinamento sempre più efficaci, sistemi di costruzione a emissioni zero: negli ultimi anni il business generato dal trend ambientalista ha spinto le aziende del settore a rincorrersi nel campo dell’innovazione, immettendo sul mercato prodotti via via più avanzati. Ora arriva la nuova pittura che promette di trasformare gli agenti inquinanti in aria pulita: una vernice fotocatalitica. L’azione della luce, spiegano all’azienda triestina Harpo Group (che l’ha brevettata), attiva un processo ossidativo che decompone le sostanze inquinanti presenti nell’atmosfera. Una volta a contatto con la facciata dell’edificio, biossido di azoto, biossido di zolfo, monossido di carbonio, benzene, ammoniaca o il famigerato Pm10 si trasformano in composti inerti solubili in acqua e non inquinanti.

La casa mangia smog - Milano 12/2011

Tratto da Repubblica.it del 22/12/2011

Lamentarsi dell’abbandono del turismo non basta.

In un recente articolo su Repubblica Cesare De Seta, professore di storia dell’architettura si occupa di turismo, con un articolo dal significativo titolo “Turismo abbandonato“. (http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/09/11/il-turismo-abbandonato.html)

Citando recenti dati di Federalberghi-Apra che segnalano un incremento di presenze nelle città d’arte, De Seta scrive:

” L’incremento è dovuto prevalentemente agli americani che sono ritornati alla grande nel nostro Paese, seguiti da Russia, Cina, Brasile e India. Il turismo a quattro o cinque stelle proviene non dall’ Europa ma dal resto del mondo: il presidente della Fondazione Altagamma Antonio Cacace, in un’ intervista al Sole 24 ore,  (http://www.confindustriaalberghi.it/Prj/Hom.asp?gsAppLanCur=IT&gsPagTyp=21&gsMnuNav=01M:100,01L:1,01C:1,02M:0,02L:0,02C:1,&fInfCod=5145) nota anche che a differenza di Francia, Spagna e Grecia che ci hanno sorpassato, in Italia è mancato un “indirizzo unitario”, ovvero una politica per il turismo. Nei Paesi che s’ indicano con l’ acronimo Bric è in notevole crescita una popolazione che sa apprezzare le bellezze del nostro Paese e in particolare quell’ assieme di beni culturali che si concentrano nelle città privilegiate. D’ altronde è largamente noto che in tutto il mondo, a cominciare dagli Stati Uniti ma anche nei Paesi della Ue, è in forte crescita quella fetta di popolazione che possiamo dire mediamente colta: capace cioè di apprezzare patrimonio storico-artistico e archeologico. “

Siamo ovviamente d’accordo che il turismo è una delle industrie più interessanti per il nostro paese, e che c’è bisogno di una azione di promozione, ma – come abbiamo scritto recentemente nel post che precede questo  – oltre a lamentarsi del turismo abbandonato, è necessaria una politica di ripensamento e sviluppo dell’urbanistica e dell’architettura delle località turistiche che rilanci mete splendide, la cui organizzazione urbana, basata su scelte di 40 o 50 anni fa, non è rispondente alle esigenze di produttività dell’industria turistica, gli standard consolidati internazionalemente, alle aspettitive del cliente.

Questo è secondo noi il tema centrale. Dopo che lo sviluppo alberghiero degli ultimi dieci anni è stato in mano a immobiliaristi che di hospitality capivano pochino, oggi si deve tornare al core business dell’ospitalità.

Turismo ed Urbanistica sono materie regionali, per cui affrontare il tema dello sviluppo delle aree turistiche del paese potrebbe essere più facile, senza alcun conflitto od ingorgo istituzionale. Inoltre la forte crisi finanziaria ed economica ha un effetto positivo sul tema che stiamo sollevando, in quanto i valori fondiari negli utlimi tempi si sono ridimensionati ed è quindi possibile che un investitore con forti capacità finanziarie riesca più facilmente ad accorpare più unità immobiliari al fine di un progetto urbanistico/architettonico unitario.

In tutte le regioni, ma soprattutto in quelle che rappresentano le destinazioni preferite dei flussi turistici nazionali ed internazionali (Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Puglia, e Sicilia) i  due assessorati dovrebbero quindi parlarsi, mettendo in campo i migliori studiosi di turismo ed urbanistica, possibilmente coordinati da chi ha dimestichezza con l’uno e l’altro dei temi: professionalità che è assai rara in Italia.

I limiti dello sviluppo turistico italiano

L’attuale momento di crisi che investe l’Italia (in particolare) all’interno di un quadro di difficoltà del mondo occidentale, richiede da parte del Sistema Paese una capacità di innescare un rilevante flusso di investimenti, possibilmente attraendoli dalle zone più liquide del pianeta.
 

È opinione diffusa che, in questo quadro, il settore turistico potrebbe avere un ruolo decisivo nel far uscire l’Italia dallo stallo in cui si trova, visto che “il Bel Paese” ha tutte le caratteristiche per tornare ad essere una destinazione di primaria importanza a livello mondiale, così come è stata a lungo in passato.

Lo sviluppo del settore turistico ha come pre-condizione la creazione di un ambiente ricettivo favorevole, fatto di infrastrutture, di ambiente, e di destinazioni in grado di accogliere gli imponenti flussi turistici che hanno e avranno ulteriore origine dai paesi a rapido sviluppo.

Se è condivisa la necessità di nuove infrastrutture di trasporto (autostrade, treni, aerei), sulle quali anche alcuni gruppi privati hanno avviato una specifica azione di investimento, riteniamo che finora non si sia fatta abbastanza chiarezza sulle conseguenze di tipo urbanistico ed architettonico dei nuovi modelli di turismo legati ai flussi importanti che si potrebbero intercettare, anche a breve, a livello mondiale.

La domanda che le amministrazioni pubbliche debbono porsi è: quali sono le azioni più urgenti per preparare e favorire questa evoluzione positiva del turismo italiano?

Le Regioni e le Amministrazioni comunali hanno una responsabilità importante nell’offrire le condizioni dello sviluppo, nel bloccarlo o nel favorirlo.

I progettisti, gli architetti, gli ingegneri, assieme ai propri committenti, hanno la necessità di riflettere sui modelli anche tecnici e costruttivi che danno origine a nuove porzioni di città, alla loro riqualificazione ed al loro recupero.

Gli investitori, le banche, i fondi di investimento, devono esplicitare le condizioni dello sviluppo, i limiti e le barriere che trovano oggi nel loro intervento.

Passato il momento del denaro facile, è necessario tornare alla realtà delle cose possibili, mettendo al centro i nuovi valori del nuovo millennio tra i quali quelli della sostenibilità economica ed ambientale, quindi sociale e civile, di qualunque attività di investimento.

L’obiettivo è quello di dare indicazioni ai tecnici ed ai politici sulle condizioni minime indispensabili per avviare una importante fase di recupero delle aree urbane a destinazione turistica, che potrebbero essere oggetto di trasformazione urbanistica, attrarre investimenti, costutuire il fondamento di un nuovo sviluppo economico e occupazionale.

Inoltre, si devono individuare soluzioni immediatamente praticabili per un’attività edilizia rispettosa dell’ambiente e del mantenimento nel tempo del valore dell’investimento immobiliare. Su tutto questo, a parte qualche timida riflessione di intelettuali isolati, c’è ancora il silenzio condizionato da una cultura urbanistica apparentemente rigida, che invece si è piegata ad una pratica che affonda le proprie radici nel “rito ambrosiano” della contrattazione sulle singole opere, senza inserirle in un quadro d’assieme che definisca una strategia di razionalità, e in una forma “urbana” che tenga conto dei nuovi standard del turismo internazionale.

Un fresco 3 stelle di Parigi studiato da F. Crepaldi

A parigi si trova l’ Hotel Pavillon Nation un semplice 3 stelle arredato con molto gusto da Fenicia Group, un partner di PLANETHOTEL.NET, azienda specializzata nell’arredo-contract alberghiero, e che opera sia in Italia che all’estero con successo. La qualità dell’intervento combinata con il rispetto degli obiettivi di target e di prezzo hanno prodotto un risultato apprezzato sia dalla clientela che dalla proprietà.

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La soluzione adottata anche per gli spazi comuni rispnde ad un’esigenza di semplicità e di freschezza specificamente richiesti dalla committenza che vuole rivolgersi ad un pubblico giovane fatto di coppie con o senza figli. Anche in questo caso la soluzione è stata particolarmente curata con un risultato molto gradevole e innovativo.

Conservatorium Hotel in Amsterdam

The Italian furniture designer and architect talks to The Wall Street Journal Europe about how he starts his weekend.

Piero Lissoni has been at the forefront of the international design scene for nearly 25 years. Since founding Lissoni Associates in Milan in 1986 with partner Nicoletta Canesi, Mr. Lissoni has worked with just about every major name on the scene, including Boffi, Alessi, Cappellini, Cassina, Kartell, Living Divani and Fritz Hansen. Whether it’s kitchens or yachts, furniture or lighting, residential interiors or entire hotels, Mr. Lissoni has designed it all.
Next month, the publishing arm of Il Sole 24 Ore will release the latest addition to their Masters of Design series: a book titled “Piero Lissoni.” In September, Mr. Lissoni will inaugurate his latest hotel design project, the five-star Conservatorium Hotel in Amsterdam, and stop by Paris for the opening of a Lissoni-designed Benetton megastore on Boulevard Haussmann.

Visit WSJ for the full article of NATALIA RACHLIN